venerdì, gennaio 21, 2005

COURT MARTIAL IN SESSION [recensioni demo]





MUDLARKS “r’n’r war” (2003, demo, CD-r)

voto = ***1/2

Che abbia inizio il processo. Silenzio: entra la Corte.
Iniziamo col dire che questo demo è ormai un po’ vecchiotto... pare infatti che i Mudlarks abbiano registrato e pubblicato anche un 7” nell’estate del 2004. Per quanto ne so, quindi, potrebbero essersi messi a fare ska-punk o bubblegum rock... ma atteniamoci ai fatti, Vostro Onore.
I Mudlarks sono in cinque e tre di loro sono donzelle. Membri della giuria, non ringalluzzitevi... vi vedo già, maschietti allupati, con gli occhi luccicanti al pensiero di tre punkettine minigonnate e vogliose. Per cui, prendetevi una bella dose di bromuro e ascoltate l’arringa.
Il demo contiene quattro tracce registrate dignitosamente o, comunque, in maniera consona al genere piuttosto ruvido e urticante che la band propone. Tra le loro influenze, i nostri amici, citano molti gruppi: dai Destroy All Monsters ai T-Rex, passando per i Joy Division, i Dead Boys, Bowie, gli MC5... ed è qui che, Vostro Onore, si avanza un’ipotesi di reato inquadrabile nell’eccesso di zelo e – secondo la normativa vigente – pubblicità mendace. Perché il sottoscritto sarà un po’ stronzo, ma crede che la lista di gruppi a cui i Mudlarks dicono di essersi ispirati non sia altro che fuorviante.
Insomma, io leggendo Destroy All Monsters, MC5, Stooges, NY Dolls, Heartbreakers, Radio Birdman e T-Rex, tanto per nominarne solo alcuni, mi ero gasato a mille. E invece, Vostro Onore, non ho saputo rinvenire traccia alcuna (o, almeno, nessuna traccia sensibile che non fosse puramente residuale) del sublime caos dei tempi andati, generato da gentiluomini e donzelle come Ron Asheton, Niagara, Wayne Kramer, Marc Bolan, Deniz Tek, Killer Kane etc etc etc.
A discolpa della band, però, è possibile argomentare che – nonostante la delusione delle aspettative – suonano comunque un punk stradaiolo, onesto e frizzante, con voce femminile squittente e sciabolate di chitarrismo che, a sprazzi, mi hanno effettivamente ricordato certi interventi del buon Cheetah Chrome (certo, a volte si sconfina nel solismo pseudo-hard rock, ma mica è un male: a me non fa schifo... lo dico solo per i puristi). Insomma... non è male, per nulla. Punk rock settantasettino, con sfumature più street e qualche bel riff che si fa ricordare.
Vostro Onore, sarei portato a chiedere l’assoluzione per questi giovani imputati, ma... purtroppo non posso fare a meno di notare una grave negligenza. Ancor più grave se si considera che i Mudlarks scrivono di essere stati negli USA in tour e di essere in procinto di pubblicare un album intero per un’etichetta statunitense. Parlo dell’inglese in cui sono scritti i testi. Quando non è minimale, a livelli di prima media, cade nel baratro dell’erroraccio sintattico\grammaticale... e ciò è grave.
Ah, Vostro Onore... dimenticavo: hanno vinto un premio come migliore punk band del 2003 al raduno delle etichette indipendenti (il trendissimo ed indie M.E.I.)... come dice? Non è un’attenuante, vero? Infatti. Facciamo finta che non lo abbia detto.
Comunque, ragazzi, niente male. Per un vecchio spaccapalle come il sottoscritto è una produzione un po' standard, ma siamo abituati a cose ben peggiori qua in Italì. Forza e coraggio, Mudlarks!

SENTENZA: libertà condizionale, con obbligo di lavori socialmente utili ed esamino di inglese finale.

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