lunedì, gennaio 17, 2005

RELICS TO KILL FOR [recensioni]



DESASTER "Hellfire’s dominion " (1998, Merciless, Lp/Cd)
voto = *

Questo è uno dei pochissimi gruppi “nuovi” (inteso con ciò l’essere venuti fuori suppergiù dal ’95 in avanti) per cui il sottoscritto stravede!
Poi però, a dire il vero, i Desaster han sì esordito (a livello di full-length, con “A touch of medieval darkness”) nel 1995, ma la band, nata addirittura nel lontano 1988, ha mosso i primi passi “tangibili” (leggasi demos e attività live) ad inizio anni novanta, quindi “gruppo nuovo” un po’ un paio di balle…!
Comunque sia, i nostri vengono da Coblenza, Germania centrale, vicino al Benelux (questo andando a naso, quindi magari sto dicendo degli strafalcioni geografici non indifferenti!): zona paesaggisticamente pittoresca con la placida Mosella che si snoda fra suggestive colline verdeggianti punteggiate qua e là dalle rovine di antichi manieri medievali (questo passaggio da guida del Touring Club deriva unicamente dal ricordo che ancora serbo di una foto delle zone rurali nei dintorni di Coblenza che avevo sul mio atlante delle elementari…). Un paesaggio che deve aver comunque influenzato i Desaster nella loro componente medievaleggiante (che vedremo dopo).
Visto che chiaramente il 98% di voi che leggete non conoscerà per nulla questa band, redigo una breve cronistoria del gruppo: partono appunto nell’88 come terzetto dichiaratamente influenzato, fra gli altri, da Venom e Destruction (dal cui pezzo “total desaster” han preso il nome), durano lo spazio di un concerto e qualche orrendo rehearsal-tape (un paio di pezzi verrano poi ripescati sul doppio-album celebrativo del decennale), poi si sciolgono per un po’.
Nel ’91 tornano in pista col solo Infernal (chitarrista) superstite, a cui si aggiungono Okkulto (voce), Odin (basso) e tal Luggi (batteria). Fra il ’92 e il ‘97 ci saranno due demo (“The fog of Avalon” e “Lost in the ages”), un cambio di batterista (Thorim per Luggi), un 7”-split coi connazionali Ungod (interessante underground Black Metal band che fece uscire anche un Lp/Cd e un mini-cd, più qualche altro split, prima di scomparire fra i milioni di “missing in action” dell’eterna guerra metallica), l’album d’esordio (vedi sopra), un nuovo batterista (il bonzone Tormentor), il mini-cd “Stormbringer” e un picture-7”, che portano a questo “Hellfire’s dominion”, a mio avviso il loro miglior lavoro a tutt’oggi!
Se sui demo e sul primo album lo stile dei Desaster era un misto fra il vecchio Thrash teutonico (devo proprio farvi dei nomi?!) e le più recenti (all’epoca!) tendenze nordeuropee (soprattutto DarkThrone e le prime cose di Satyricon, Burzum ed Immortal), con netta preponderanza di quest’ultime (senza dimenticare le melodie medievaleggianti tessute dalla chitarra di Infernal, forse il vero “trademark” dei Desaster!), con “Stormbringer” si assiste ad una crescita esponenziale dell’influsso “Deutsch Metal” e si va a creare il Desaster-sound definitivo: un Black/Thrash dagli accenni medievali, che non rinnega l’influsso “northern Black” (anzi!), ma lo media con dei riffoni da paura che si rifanno a tutta la tradizione Thrash/Speed crucca e in generale all’immortale metallo degli 80’s! La voce di Okkulto resta tipicamente Black (ma non quegli strilli da vecchia checca isterica a cui ci hanno abituato certe “big bands” del genere! Diciamo Cradle of Filth? E diciamolo!), ma il suono è molto più “vivo” ed elettrico di quello del Black più tipico. La forza della band è senza dubbio Infernal, col suo strepitoso riffing dal feeling old-school, ma dotato di molta ma molta luce propria. Anche il look del gruppo è una via di mezzo fra Black Metal e 80’s Metal/Thrash (con Okkulto e Odin pitturati sul muso e gli altri due invece no e più biker-metallers).
Ora avete un minimo di quadro d’insieme sui Desaster: chi sta apprezzando continuerà a leggere, gli altri, beh, gli altri…non fatemi essere volgare proprio nella giornata di campionato in cui l’Inter torna a vincere dopo circa un migliaio di pareggi, dai!
Ed eccoci quindi ad “Hellfire’s dominion”, che esce per l’ottima etichetta tedesca Merciless (che ha fatto in pratica solo dischi della madonna!) verso la fine del ’98. Io ho il vinile (gatefold), ma ovviamante c’è anche il cd! Suono nitido e ben bilanciato, ma nel contempo piuttosto “underground”, che alla fine risulta, come dicevo più sopra, elettrico e vivissimo!
Già col primo pezzo si mettono le cose in chiaro: partenza sparata alla DarkThrone con un gran bel riffone di quelli che ti restano in mente, staccone in puro becer-heavy metal style dei dischi anni ottanta da scaffale delle offerte, strofa in tu-pa-tu-pa di thrasharola memoria, e poi si ripete il tutto, con in più una parte lenta dai classici tocchi medieval: insomma, “In the ban of Satan’s sorcery” da sola ha già calato il poker d’assi! Per il resto del disco cito “Expect no release”, un “velatissimo” omaggio ai primi Slayer (diciamo che sulla strofa ci si può cantare tranquillamente “evil has no boundaries”, he he!), “Teutonic steel”, anthemone a tempo medio, “Past...present…forever”, un pezzo Black/Thrash bello veloce dal feeling medievaleggiante davvero unico ed evocativo, e soprattutto la perla dell’album, “Metalized blood”, su cui vale la pena spendere qualche parola in più: trattasi di una sorta di inno metallico ultra-trascinante, in cui su una base Speed Metal le varie strofe sono cantate via via da ugole diverse: da Okkulto si passa a Wannes dei Pentacle (ottima band olandese descrivibile alla lontana come “i Celtic Frost più tecnici”: tanto a voi 98% volgo ignorante non possono interessare, no?), per poi arrivare a Lemmy (beh, chiaramente non quel Lemmy, ma l’omonimo tedesco noto a tre o quattro persone per essere stato il cantante dei Violent Force, speed-metallers autori di un discreto Lp nell’87) e infine a quel finocchione clamoroso che è il mitico Toto Bergmann, che negli 80’s era il singer (parrebbe, appunto, “gayo”) dei Living Death, altra speed-metal band germanica con una nutrita discografia alle spalle; la strofa cantata da Toto e il suo urletto introduttivo da checcona impenitente varrebbero da soli l’acquisto o la duplicazione di questo disco!!! Ah, in più i possessori del vinile, come me, si possono godere anche la bonus-track, cioè una buona cover di “Black magic” degli Slayer!
A questo album ne sono seguiti altri due (più il doppio-lp-solovinile per il decennale pieno di inediti e roba nuova, un 10”-split coi succitati Pentacle e un 7”) e un cd-live dovrebbe essere appena uscito. Sul disco più recente (e chiaramente sul live) Okkulto non è più della partita, sostituito degnamente (anche se personalmente ritengo il vecchio singer più personale, più come piace a me -cioè più blackeggiante che deathrasheggiante-, e quindi più…meglio!) da un certo Sataniac.
Sono tutti ottimi lavori di, come lo chiamano proprio i Desaster, Black Metal Tradizionale, ma mancano un po’ la magia e la novità di “Hellfire’s dominion”. Ora il gruppo ha trovato il suo stile e, giustamente, procede su quei binari: i riffs sono sempre grandiosi e i pezzi belli, ma ogni tanto fa capolino qualche “autocitazione”, lo schema dei pezzi è sempre il medesimo e già al primo ascolto sai dove ci sarà lo stacco, la ripartenza, ecc. Non che ciò sia un male, intendiamoci (lungi da me tutte quelle bands tritacazzo dagli schemi compositivi astrusi che ti lasciano in testa solo una gran confusione!), però sull’album qui recensito tutto questo non c’era ancora (e già, non poteva esserci!) e quindi io, dall’alto della mia autorità metallica di Mago del Lago del Nord investo “Hellfire’s dominion” come disco migliore dei “disatrosi” metallazzi wurstel, birra & crauti!
Spikes….Chains...Bullets....Leather.....Metalized bloooooood !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Cazzo, ogni volta che leggo in this heart una recensione nuova e' una figata, voi gggente sapete scrivere. Divertente e interessante in una botta sola, questa "web zine" merita to the chiodo level..
..point your finger and say go! D.

10:44 PM  
Blogger The Vicar said...

Grazie a nome della redazione intera.
Even Satan wears leather, our souls to him forever... ;-)

2:09 AM  

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