Victor Bockris - Keith Richards (Omnibus Press, 2006)
Fanculo.
E allora, eccolo qui, servito caldo caldo: questo è il tomo che vi regalerà diverse ore di svago, sorpresa, rabbia, mitologia e rock'n'roll. Stiamo parlando della bio di Mr Richards scritta e curata da uno dei massimi biografi rock che mai hanno passeggiato sulla crosta terestre, Victor Bockris (già autore di volumi su Patti Smith e Lou Reed, tanto per citarne solo un paio).
Qui c'è praticamente tutto, con particolare enfasi sui periodi più bui (gli anni Settanta) sono abbondantemente trattati: ed è il bello della faccenda). Ciò che più impressiona è l'indefesso zelo e la costanza con cui Keith si è impegnato nel tentativo di annientarsi e - nel contempo - minare la carriera di quella macchina da rock e dollaroni che sono gli Stones. Ammirevole, nel suo disprezzo per tutto ciò che qualsiasi persona al mondo non oserebbe neppure sognare nei più sfrenati momenti di fantasia. Roba da far quasi rabbia... e, in effetti, al decimo arresto di fila per possesso di eroina (nell'arco di un paio di mesi) mi sono anche io un po' incazzato. Dicevo: ok, va bene, fai quello che vuoi fare, ma almeno usa mezzo grammo di cervello e non farti beccare con l'automobile carica di roba mentre vai a zig-zag per strada.
Poi, però, pian piano si capisce: non poteva che andare così e Richards ha semplicemente fatto ciò che andava fatto. Perchè ogni singolo grammo che si è sparato, ogni litrazzo di Jack Daniel's aperto con un colpo di pugnale e ogni pacchetto di sigarette fumato, è stato immolato per il rock'n'roll.
Amen.
2 Comments:
Allora, santissimo cazzo.
Seguo le tue zine/e-zine e quantaltro da qualche annetto. Ogni tanto lascio li un commento, ma proprio ogni tanto che son pigro.
Ma santissima merda tu scrivi alla grande, scrivi su cose troppo fighe. Non ti ringraziero mai abbastanza per avermi semplicemente messo davanti agli occhi il nome Peter Laughner.
Ma perchè qui non commenta quasi nessuno? Perchè il tuo shiny dice che di qui passano 2 persone al giorno circa (e una sono io, ho bookmarcato sta pagina e fa parte del mio giro quotidiano sulla rete).
Sono andato a rileggermi la tua recensione di Miami dei Gun Club (stile molto laughneriano tra l'altro) sono le 10.30 del mattino e ho voglia di bere.
Pace e bene vicario.
David.
Troppo buono.
Take the guitar player for a ride, amico... così è la vita
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